“Ho compiuto gli studi di Agronomia ad Atene, dove mi sono laureata. Poi mi sono trasferita in Francia per studiare enologia. Prima, però, combattendo per tenere a bada l’interesse che provavo per il mondo del vino, ho trascorso un anno a Montpellier lavorando come agronoma, volendo così esercitare la mia sensibilità e la mia capacità di attenzione sulle problematiche legate alla produzione agricola.

Ho quindi iniziato gli studi di enologia a Bordeaux e, contemporaneamente, lo stage presso Chateau Margaux. Lo stage aveva un doppio aspetto: da una parte lo studio del terroir e dall’altra lo studio delle tecniche di vinificazione.

Finiti gli studi, quello di cui avevo bisogno era di trasformare le conoscenze in esperienza e così ho preso ad “andare per vendemmie”: Borgogna, Malborough in Nuova Zelanda, Napa Valley e Mendoza in Argentina.

Oggi, sempre cercando le vigne vecchie, le varietà autoctone, quelle varietà che incorporano le caratteristiche aromatiche e genetiche di ciascun luogo, collaboro con piccoli produttori in tutta la Grecia.

Nel 2011, insieme alla mia collega Aggelikì Biba, ho dato vita al progetto Athinà-Wine group: lavorando sul campo ci eravamo accorte che la maggior parte dei territori vitivinicoli perdeva la propria identità genetica ed aromatica nella produzione di blend vari. Così definimmo l’obiettivo di dare “voce” a quelle caratteristiche delle uve che dovevano rimanere distinte affinchè se ne riconoscesse la peculiarità.

Con occhio attento e, nello stesso tempo critico, alla tradizione abbiamo cercato, assaggiato, valutato, giungendo così a scoprire dei cru eccezionali, che potevano dare vini di personalità e rappresentativi delle diverse varietà.

Il primo vino “Athinà” è nato a Santorini, da uve Assyrtiko, nel 2011, seguito subito dopo dal Goumenissa da uve Negoska. Poi, nel 2012, c’è stato l’incontro con Naousa e le uve Xinomavro”

Athinà Tsoli

 

Nota del selezionatore:

I vini di Athinà Tsoli colpiscono per l’aderenza alle caratteristiche delle varietà trattate e per l’integrità del frutto che presentano. Un approccio ed una sensibilità forse tutta femminile a quel “microcosmo eclettico e molteplice di questa antica terra di vino”

Costas Linardos